Compriamo 6 stecche di Marlboro, da bere. Ma siamo nervosi, ce ne andiamo. La macchina continua a far rumore, discutiamo, ci fermiamo ad un
distributore, manca completamente l'acqua, telefono a Daniele (che è un mago per i motori) e gli chiedo cosa fare se mi accorgo che non c'è più acqua nel radiatore. Cosa
aggiungo? Daniele che ogni volta che parla della mia macchina comincia con un
ma buttala via...
mi dice di non aggiungere l'antigelo, ma soltanto acqua. Lo facciamo e ripartiamo.
Il rumore non smette, facciamo circa 150 kilometri, poi si accende la spia dell'olio. Mi fermo immediatamente. Che si fa? Chiamo di nuovo Dado
ma non l'hai ancora buttata? portala alla Kia
E' una parola, il visto mi scade domani sera, oggi è sabato e la Kia di Mosca sarà certamente chiusa. Cosa faccio? Michal mi dice di andare avanti ancora un po' che aggiungiamo olio. Vado, cento metri
ed esce un fumo bianco pazzesco e nello stesso tempo da dentro la macchina si sente un rumore spaventoso di ferraglie. Spengo il motore, ma continuo ad andare in discesa. Quando la discesa finisce mi fermo. Siamo in un incrocio e
c'è la fermata di un pullman. Michal decide di andare a comprare olio, proprio in quel momento arriva il pulmino, lo prende al volo. Noi aspettiamo, iontanto
io mi leggo il libretto di istruzioni, ma non vedo soluzioni.
(scrive Michal)
Salgo su 'sto pullman con un autista, un uomo sui 55, e circa 10 nonnine e ziette. Gli dico, che devo arrivare al primo
distributore. Le donne intanto cominciano a socializzare, "chi sei?", "turisti?", "ah, italiano", "ma se italiano, allora come mai
parli russo" ... hm, vero. Non avrei dovuto dire, che ero italiano.
Michal torna con la tanica dell'olio, ne aggiunge, aggiunge, mettiamo in moto, fa sempre fumo. Mi dice che avanti due kilometri al massimo ha visto un
meccanico, allora decidiamo di ripartire, metto in moto, vado un po', poi sfrutto la ripresa e spengo e faccio così accendendo e spegnendo e
arriviamo al meccanico. Questo si trova nel cortile di un enorme parcheggio per camion. Scendiamo a andiamo a vedere. E' tutto chiuso, c'è un
tipo incazzatissimo che va avanti e indietro, gli chiediamo, non ci risponde nemmeno. Aspettiamo, gli chiediamo di nuovo quando passa e ci dice
che non ha tempo, non c'è nessuno... Arriva un altro, parlottano, ci guardano, l'altro arriva e ci dice che il titolare non c'è, che se
vogliamo gli possono telefonare. Certo. Lo chiamano, ci dicono che loro possono cambiare l'olio, che il filtro si può comprare lì vicino a 100 metri, che intanto il
titolare ora arriva.
Michal va a comprare il filtro e poi torna dicendo che lì fuori in un fosso c'è uno morto e di andare a vedere. Pensiamo che allora questi erano nervosi
per quel motivo, che magari l'hanno ammazzato loro, Marketa va a vedere e torna dicendo che non sa
se è morto, è a testa in giù in un fosso, ma lei ha paura...
Ci vado di nuovo anch'io e quando arriviamo lì non c'è più nessuno, solo le tracce, nel fosso
.
(Forse è per questo motivo che ora non sembrano più così nervosi come prima: hanno fatto sparire il cadavere...)
Dopo mezz'ora arriva un ragazzotto carino, tutto elegante, il capo: dobbiamo aspettarlo che va a cambiarsi. Poi torna e mette in moto e guarda il fumo, guarda nel motore, dice che era difficile che cambiando olio e
filtri andasse a posto. Spiega un sacco di cose a Michal
Intanto io continuo a telefonare a Dado che me ne dice di tutti i colori, ad Alice che mi passa Gas che ha chiamato suo papà e che secondo lui ci sarà da
cambiare il motore. Sul libretto dell'assistenza l'unico concessionario Kia da queste parti sembra essere a Kaunas, in Lituania, ma il telefono
riportato qui risulta inesistente. Chiedo ad Alice e a Dado di cercare su internet o di chiedere alla Kia di Torino. Mi danno un nuovo telefono
di Kaunas, uno a Mosca e un altro a Riga
Torno dal meccanico che dopo un'ora di discorsi e di prove sta dicendo a Michal non c'è nulla da fare, che se vogliamo lui la può aggiustare, ma ci vanno due o tre settimane, deve ordinare i pezzi.
Allora tiriamo fuori la macchina, la posteggiamo, compro altre schede e chiamo l'ambasciata italiana a Mosca. Mi dicono
..ma lei non era quella che stava in Dagestan?
certo, e mi parte una scheda intera per spiegargli tutto, poi chiedo cosa possiamo fare per i visti, mi rispondono di andare a Mosca, da loro, lunedì mattina, che possono
aiutarci a protrarli, ma per la macchina è un casino, bisogna che esca dalla Russia.
costi quel che costi, la porti fuori
Bell'affare.
Andiamo nel bar, parliamo col capo che è un tipo nero, tracagnotto, col BMW, la giacca di pelle nera e l'aria di quello che faccio
tutto io.
Con lui andiamo a fare il giro dei camion posteggiati nell'immenso cortile. A due di loro, targati lituania, chiede se ci portano, ma ci andrebbe un
camion di quelli che proprio portano le macchine e non ce n'è. Torna dentro e chiama i carro attrezzi, i prezzi sono pazzeschi, 600/700
dollari per la frontiera, 1000 per Riga. Poi ne trova uno fuori Mosca, contratta: fino a Mosca 150, fino alla frontiera 500 dollari,
oltre non può andare, bisogna poi chiamarne un altro. Ok, mangiamo e aspettiamo. Dopo un'ora
arriva il carro attrezzi, ma ci dice che lui non ci può portare, che arriva l'indomani mattina, lo scusiamo? proprio non può stasera
Intanto noi siamo frastornati, Marketa piange perché sua mamma le scrive un SMS dicendole che un loro amico è morto, compriamo coca-cola e mangiamo le
polpette nel bar.
Dormiamo in una camera-a-ore per camionisti, con 4 letti (sfatti) e, al solito, con il sacco a pelo
|
Ci svegliamo presto e scendiamo ad aspettare il carro attrezzi, fa freddo, ogni tanto piove. Bisticciamo, Marketa ed io vogliamo fare colazione, Michal non vuole,
dice che è tardi. Alle 8 il carro attrezzi arriva, l'autista non è quello di ieri sera, ma è simpatico, gentile, ci
dice che in cabina possono stare solo due persone, il terzo può stare in macchina, ma sdraiato, non si deve far vedere, è vietato.
Michal sale allora sulla macchina, noi due davanti in cabina, e partiamo. Chiaccheriamo un po', il tipo ci racconta che lui è stato in Italia al matrimonio di un suo amico, ci chiede un sacco di cose, poi si illumina e ci dice che se vogliamo lui ci può portare in
Lituania, per 200 dollari in più, lui ha il visto!!! Perfetto siamo entusiaste, stasera saremo a Vilnius...
Dopo due ore di viaggio (ai 40, 45 all'ora al massimo) di colpo si accorge di aver dimenticato a casa i documenti, anche quelli del camion. Deve farseli portare. Così ci fermiamo in mezzo alla
brughiera, un freddo cane, un vento pazzesco, il telefonino non prende, va avanti 500 metri, attraversa la strada, si gira e si rigira e infine
riesce a telefonare. Chiama la moglie sul lavoro, che vada a casa a prendere i documenti e che li porti al suo amico che (lui gli pagherà il
gasolio) li porterà qui a lui.
- Quanto ci va?
- due ore, lui ha la macchina, fa in fretta...
E così passiamo anche più di due ore sul ciglio della strada, semi congelati e incazzatissimi. Sì perché oltretutto quando Michal è sceso dalla
macchina e gli abbiamo dato la bella notizia che potevamo andare direttamente in Lituania, ci ha subito calmate
per andare direttamente in Lituania bisogna passare per un pezzo in Bielorussia e noi non abbiamo il visto...
e ci fa vedere la cartina.
Lui non può portarci quindi perché non abbiamo il visto per la Bielorussia e passando dall'altra parte non ci può portare perché lui
stesso non ha il visto per la Lettonia. Telefoniamo alla mamma di Michal che chiami l'ambasciata Lettone per chiedere se un russo può
acquistare il visto alla frontiera, niente da fare
Finalmente l'amico con i documenti arriva e ripartiamo, ora va Marketa in macchina e Michal in cabina. Viaggiamo tutto il giorno, nel frattempo telefoniamo a Dado,
ad Alice, ci informiamo dove sia un concessionario Kia, ce n'è uno a Riga e uno a Kaunas, decidiamo per quello di Kaunas. Lo chiamiamo e gli diciamo che arriviamo
l'indomani. Arriviamo alle 7 di sera alla frontiera con la Lettonia
Facciamo le foto a Marketa e alla macchina, ma arriva subito un poliziotto a dirci di ritirare la macchina fotografica che se no ce la sequestra
Passiamo la frontiera a spinta alle 20,30. Non ci sembra vero. Alla frontiera pochissima gente e in mezz'ora siamo fuori. Chiediamo ai lettoni
se possono chiamarci un carro attrezzi, i poliziotti lettoni, tutti alti due metri, sono gentilissimi e cominciano a telefonare da tutte le parti,
perfino a Riga. Ma nulla da fare, fino a domani mattina.
Usciamo e Michal decide di andare in autostop nella città vicina per cercare lui, per
telefonare ancora. Chiede a un furgone e quelli del furgone scendono e ci dicono che ci trainano loro, se abbiamo una corda. Certo che ce
l'abbiamo è obbligatorio avere una corda in macchina... Ci trainano per un pezzo ad una velocità (per me forse che non sono abituata e mi
spavento) folle, poi uno dei due scende e mi chiede come mai gli faccio i fari, capisce subito che sono preoccupata per la velocità e mi
chiede se voglio che guidi lui. Certo che voglio, mi tolgo un peso, non mi preoccupo nemmeno per la macchina, tanto, mi sa, che più rotta di
così... In dieci minuti siamo nel primo paese, non solo ci trainano, ma ci cercano pure l'albergo, giriamo in lungo e in largo in questo
paesucolo completamente buio fino a che arriviamo all'albergo, che non è propriamente un albergo, ma una scuola-convitto. E' pieno di ragazzi
infatti, ci danno una camera, bella, pulita, anche se con solo l'essenziale. Marketa si guarda intorno e mi dice che così sarà la sua prossima abitazione. A
ottobre andrà a
Bratislava a fare il postgraduale e dormirà appunto in un convitto. Ma è anche contenta perché Bratislava non è distante da Graz, dove Marco lavorerà quest'inverno
in una ditta austriaca...
Prima di dormire ci facciamo un giro... a piedi
(scrive Michal)
Giro? Dobbiamo mangiare, e quindi vogliamo arrivare al negozio. Ci accompagna un ragazzo/studente, che ci racconta del referendum
"per l'Europa" e della posizione dei Russi in Lettonia. Dopo mezzo chilometro, Bettina comincia a fare problemi: pretende che ci
fermiamo tutti, e anzi, decide di tornare. Qundi proseguo solo io. Il negozio è una buca nella porta del vero negozio. Devo
descrivere tutti gli articoli alla commessa, a distanza di 8 metri. Ma qui siamo in Lettonia, a c'è una bella scelta.
Quindi anche il salame scelto a distanza di 8 metri, è accettabile.
| 07 dom
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Arriviamo in frontiera dopo mezzogiorno e per fortuna i Lettoni sono comprensivi e lasciano che il camion ci scarichi dopo la salita. Passata la
frontiera lettone c'è una lunga discesa e quindi Marketa e Michal mi precedono per chiedere al tipo laggiù in fondo di aprire la barra senza
farmi fermare in modo che si arrivi al controllo senza spingere
Alla frontiera lituana invece sono odiosi, ci chiedono cosa portiamo, noi glielo diciamo, ci chiedono se abbiamo alcool e sigarette, noi glielo diciamo di nuovo e
quelli con aria trionfante di quelli che adesso-ci-fanno-vedere-loro, ci dicono che si possono portare solo 5 pacchetti a testa e quindi 4 stecche e mezza sono da
sequestrare o da buttare... Sono furibonda, gli dico che posso pagare la tassa, ma buttarle mi sembra proprio un'idiozia. Sono irremovibili, allora io e Michal andiamo
nell'immondizzaio e le buttiamo, ma prima le rompiamo tutte, che se no quegli stronzi se le vanno a riprendere.
Facciamo l'assicurazione che in Lituania la carta verde non vale, poi di nuovo a spinta, poi il terzo carro attrezzi. Ci facciamo fermare al primo supermarket e facciamo le proviste. Si
viaggia molto veloce, ci porta fino a Kaunas la sera. Telefoniamo anche alla Kia e ci dicono che ci aspettano. Quando arriviamo stanno chiudendo e ci accompagnano (con la nuova Carnival) in
hotel, ci portano al Neris, che è quello migliore, ma anche il più caro, noi scendiamo, chiediamo il prezzo, 200 euro la tripla, ce ne andiamo e ne troviamo un
altro economico, a 40 euro, col bagno, in centro. Marketa è stanchissima, va a dormire, Michal ed io andiamo alla stazione a informarci per il
rientro.
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Alla Kia ci dicono che sapranno quanto ci andrà soltanto domani mattina, quindi torniamo in albergo e passiamo la giornata in camera, col computer, la tele, a
dormire. Poi giriamo per Kaunas che è bellissima, ci informiamo ancora degli orari degli aerei.
Andiamo a cena in un ristorante cinese particolarissimo, siamo solo noi. La ragazza che ci serve è lituana, alta bionda, simpatica. Michal ordina un pesce talmente
grosso che non ce la farà poi a finirlo (questo, per chi conosce Michal, è incredibile...). Comunque siamo lì tutti contenti che chiaccheriamo con Michal che non
riesce a contenere il suo compiacimento, quando entra uno piuttosto mal vestito.. Non so cosa gli dica la ragazza, ma certamente non è contenta e si vede, lui non
l'ascolta nemmeno e viene a sedersi nel tavolo di fianco a me. Noi facciamo finta di niente, ma la ragazza, in lituano, gli continua a ripetere la stessa frase che
evidentemente vuol dire
se ne vada!
Lui in risposta le chiede un caffè. Lei glielo porta, lui intanto ha cominciato ad attaccare discorso con noi
siete tedeschi? avete una sigaretta?
In inglese..
Io gli do una sigaretta, ma quello incalza
mi offrite mica il caffè?
No, mi dispiace. La ragazza non sa più che pesci pigliare, gli si avvicina e comincia a parlargli fitto fitto, lo prende per un braccio e lo spinge, lui non la
guarda nemmeno, noi non sappiamo cosa fare..
Finalmente riesce a farlo uscire, si ricompone, si gira, ma quello rientra, allora lei alza la voce, lo rispintona fuori, lui sembra un sacco di patate. Ora è fuori,
lei si appoggia alla porta, è imbarazzata.
Dopo un minuto entrano 5 cinesi/giapponesi eleganti, sui 50 anni e vanno a sedersi ad un tavolo,la ragazza prende le ordinazioni e mentre va in in cucina quello
rientra e stavolta si siede vicino ai cinesi. Quando la ragazza esce di nuovo dalle cucine mi fa pena, ha uno sguardo davvero desolato, ricomincia tutta la scena di
prima...
Dopo mezz'ora, quando usciamo, lo troviamo lì fuori, attraversiamo veloci la strada per evitarlo e ce ne andiamo in albergo
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