lunedì 22 agosto, Kazakistan una macchina, la nostra, con Brave-heart, il siciliano, Michal ed io
Nel pomeriggio arriviamo ad Aral, citta in riva al mare d'Aral, che ora però è distante 30 kilometri. Ci dicono che il mare si è ritirato per le
irrigazioni incontrollate in Uzbekistan. Nella città il caldo è insopportabile, andiamo a fare l'assicurazione per l'auto in un piccolo ufficio pieno di
impiegate sorridenti. Poi cerchiamo di cambiare i soldi, Michal ed io, in banca, facciamo mezz'ora di coda,
poi io esco perché mi sembra di svenire, torno in macchina dove ci sono i due con l'aria condizionata, Michal torna senza aver cambiato perché la banca ha
chiuso: non c'è
corrente elettrica
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Prima di andarcene fotografiamo le navi, "posteggiate" nel deserto
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Brave-heart e il siciliano fanno acquisti in un negozio, salame e formaggio, noi l'anguria. All'uscita
dalla città c'è il solito posto di blocco, ma nessun poliziotto sulla strada, a 30 metri, all'ombra della caserma, un poliziotto seduto con le
gambe appoggiate in su, sulla ringhiera ci fa un fischio e poi il segno di andare da lui.. Scendo, vado. Lui con la faccia tutta allegra mi dice
di dargli qualche soldo. E' talmente palesemente naif che mi viene da ridere. Nessuna finta, nessuna intimidazione o minaccia, papale
papale. Gli diamo 2 dollari.
Poi di nuovo deserto.
Brave-heart ci legga il lonelyplanet, così sappiamo qualcosa in più....
e lui comincia a leggere, mangiando salame e formaggio.
in Kazakistan fate attenzione alla polizia che vi taglieggerà, fate attenzione a cosa mangiate, evitate salumi e soprattutto latticini....
gli va tutto per traverso. Il siciliano è molto preoccupato, lui minimizza
ma li abbiamo comprati nel negozio
e dove volevi comprarli?
Riprende a mangiare biscotti
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Michal mangia l'anguria. Una trentina di kilometri dopo raggiungiamo il mar d'Aral
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all'imbrunire arriviamo a Bajkonur che è spostato di circa 100 kilometri ad ovest rispetto a quello che scrivono le mappe
Non esiste (nella nostra direzione) nessn cartello che lo indichi, lo troviamo solo perché Michal è un'ora circa che ispeziona col binocolo
in questo immenso deserto tutte le direzioni
Ci fermiamo alla barriera e sono inutili le nostre facce ingenue e i nostri sorrisi speranzosi: i poliziotti alla barriera ci dicono che per
entrare bisogna fare una richiesta a Mosca... oppure possiamo provare nel paese, a 500 metri, ci dicono che nel paese, nell'hotel, ci sono anche due italiani che lavorano lì nella base. Ok, ci andiamo. Tutta l'area è cintata, di
proprietà russa in affitto dal Kazakistan, pure il distributore è russo e si paga il gasolio in rubli. Arriviamo al paese e anche lì c'è la
barriera e anche lì ci mandano miseramente via.. dicendoci anche che è vietato fare le foto. Naturalmente sia Michal che Brave-heart non
ci sentono e subito, mentre faccio manovra, tirano fuori le macchine fotografiche..
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Andiamo allora nella citta di Leninsk che è subito lì vicino ed è kazaka. Io aspetto in macchina, mi è venuto il nervoso
che nonostante (o "in virtu' del"?) il divieto abbiano scattato fotografie proprio davanti ai poliziotti. Scendono tutti e tre per andare a vedere
l'albergo alla stazione.. Nel frattempo arriva un treno, lunghissimo (è quello che fa Mosca Tashkent).
Poi loro arrivano dicendo che l'albergo costa 10 dollari ma è arrivato un poliziotto che ha chiesto i documenti e poi ha consigliato di andarsene perché se ci fermavamo lui avrebbe dovuto avvertire i russi e
quelli sarebbero poi venuti nella notte a controllarci!!
Ripartiamo, io sono arrabbiata, delusa e stanchissima, facciamo ancora 80 kilometri, la strada è stretta, ho i fari troppo alti e le macchine che
incrociamo non abbassano i loro, finalmente arriviamo
a Josaly dove è segnato esserci un albergo. Non lo troviamo, chiediamo un po' in giro e finalmente un tipo ci porta in un posto dove
c'è scritto KONAK YJ, in alfabeto russo, vuol dire "albergo" in kazako. Arriva uno che ci dice che lui può darci da dormire e
ci fa entrare: una bella villetta con due camere a due letti, le finestre saldate (perché?),l'ingresso, la cucina. L'unica cosa è che manca l'acqua corrente e i servizi e il bagno
sono fuori. Nel cortile possiamo posteggiare c'è il pozzo e, se ci fermiamo, lui ci riempe una grande tinozza d'acqua nel bagno (sempre nel cortile). Per noi va bene. Possiamo andare a mangiare lì accanto,
shashlik di pollo. Mentre mangiamo vediamo nel cortile una catena umana che si passa i secchi d'acqua dal pozzo al gabbiotto del bagno. Poi Michal ed io
andiamo a lavarci (io da sola non ci sarei proprio andata..): di fronte alla porta, sotto le stelle, ci sono tre letti con tre che dormono, noi
entriamo in un doppio locale con un grande bidone pieno d'acqua (fredda naturalmente, ma non è un problema, col caldo accumulato) e, sotto, vari
secchi. Ci laviamo rovesciandoci l'acqua a vicenda e poi andiamo a dormire, per la prima volta in tre giorni, in un letto.
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martedì 22 agosto, Kazakistan una macchina, la nostra, con Brave-heart, il siciliano, Michal ed io
Ci svegliamo presto e fa già caldo. Bisticcio con Brave-heart che in cucina rovescia il caffè sul fuoco, poi si taglia i capelli nel lavandino e non pulisce, e io
dietro a lui a mettere tutto a posto. Nel cortile intanto Michal tenta di togliere la sabbia dalla macchina, è un'impresa. Io non capisco
come mai il mio fornelletto del caffè non funzioni, Brave-heart lo prende in mano, lo svita e ... tutto il gas esce di colpo. Uno
spavento! Andiamo, un po' seccati con il padrone di casa che ha voluto ancora dei soldi oltra a quelli pattuiti, ma ` poca roba e quindi
dico a Michal di tagliar corto e di darglieli, se no si fa notte.
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facciamo un sacco di kilometri di deserto, in lontananza, spesso, si vedono le trombe d'aria, dei devil, anche molto grandi. Verso le due ci fermiamo a mangiare,
fa sempre piu' caldo, la macchina al sole, Michal lava il vetro e lo sbalzo termico fa aumentare tantissimo la piccola crepa del
vetro... avremmo dovuto, (ma dove? e quando?) farlo riparare per tempo! Sono nervosissima, il bagno del ristorante è veramente terribile, una
decina di cessi alla turca senza nessuna divisione e pieni di donne col sedere per aria, una cosa mai vista... faccio un cazziatone a Brave-heart, me la prendo
sempre con lui, perché per terra, sul tappetino, al suo posto ha schiacciato il salame di ieri..
Tutte le volte che me la prendo con lui il siciliano lo difende e questo lo innervosisce da morire e fa calmare me. Sentire le loro polemiche è
veramente divertente.
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arriviamo a
Schimkent all'imbrunire, decidiamo di fermarci, siamo stanchi, andiamo a chiedere nel primo hotel che vediamo, (a 4 stelle) il prezzo della stanza. Come dice il siciliano
almeno una volta ogni 3 o quattro giorni bisogna andare in un bell'albergo per lavarsi bene
Il prezzo è troppo alto per noi. Chiediamo lo sconto, ce lo fa, Brave-heart e il siciliano prendono la stanza. Noi non siamo ancora convinti,
la tipa alla reception ci guarda e poi con aria complice ci dice...
ma se vi basta una colazione sola potete prendere una singola al posto della
doppia, intanto il letto singolo è largo una piazza e mezza...
E così abbiamo la stanza, meravigliosa, a meno della metà del prezzo già scontato che hanno
avuto loro.
Di fronte all'hotel c'è un parco dei divertimenti, facciamo un giro, poi una cena fantastica e poi compriamo i dolci per chi dei due domani non
avrà la colazione. Rientriamo quasi a mezzanotte, i due sono al bar dell'hotel che chiaccherano con due ragazze...
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mercoledì 23 agosto, Kazakistan una macchina, la nostra, con Brave-heart, il siciliano, Michal ed io
Alle 8, subito dopo la (loro) colazione partiamo. Andiamo a vedere ancora il solito monumento di un aereo, poi il siciliano si accorge di aver
perso l'orologio, torniamo in hotel a cercarlo, ma niente. La strada verso la frontiera Kirgiza è passa in mezzo a molti paesi, è piuttosto trafficata,
la faremo di nuovo fra tre giorni per andare poi a Tashkent..
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In frontiera sono molto simpatici, ci sono un sacco di carretti trainati da muli e condotti da bambini quindicenni che vanno e
vengono. Chiacchieriamo con i doganieri e ci raccontano che la loro lingua, il kirgizo è imparentato sia con il turkmeno che con l'uzkeko, il
kazako e il turko. Non ha nulla in comune con l'arabo o il russo
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