venerdì 8 settembre, Gochan una macchina, la nostra, solo più Michal ed io
L'iracheno arriva e ci dice che ha cambiato idea e non deve più andare a Mashhad, ma a Shirvan, verso il mar Caspio. Anche Michal preferisce passare di lì, ed
evitare l'autostrada. Io sono preoccupata perché abbiamo un foglio che ci indica esattamente il percorso da fare e prevede invece l'autostrada. Apriamo la cartina
e guardiamo il percorso. Tempo 1 minuto intorno a noi ci sono 5 persone e ognuno dice la sua, in arabo naturalmente.. Decidiamo allora per la strada normale, anche
se ci dicono che gli ultimi 150 kilometri, quelli che attraversano le montagne sono pericolosissimi..
Io, come al solito sono sempre più preoccupata, Michal mi mostra la cartina, costeggiamo le montagne fino al mar Caspio e poi le attraversiamo per arrivare a
Teheran. Ci sono due possibilità e noi faremo la seconda che è segnata rossa
Viaggiamo così tutto il giorno, io sempre nervosissima per la situazione del velo, Michal molto comprensivo, tanto che per un bel pezzo di strada si avvolge anche
lui la testa con una maglia nera. Poi c'è un posto di blocco ed è meglio torglierla, che non sembri una provocazione
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Corro perché voglio arrivare a Teheran prima di notte, quindi non giriamo per il mar Caspio che a un certo punto disterebbe solo 30 kilometri, ma prendiamo la
famosa strada pericolosa. Si tratta di una strada di montagna trafficatissima, a due corsie, sempre divieto di sorpasso, tanto che l'andatura è obbligata. Il
panorama deve essere meraviglioso, ne vediamo solo l'inizio perché poi fa buio.
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Ci sono molte gallerie e a volte ingorghi. Saliamo tantissimo e a circa 20 kilometri da Teheran si comincia a scendere. La strada diventa larghissima, le colonne
aumentano, ne contiamo anche 7. Procediamo a passo d'uomo ed è divertente che spesso dalla macchina che è al fianco esce la solita frase... where are you from?
parliamo con un sacco di gente, poche battute, ma ci diventa tutto intorno molto simpatico. Ed entriamo in Teheran. Non ho mai visto in vita mia un traffico così
caotico. Le moto e motorette fanno slalom tra migliaia di macchine, furgoncini, pullman incolonnati. Per errore entro nella corsia dedicata ai mezzi pubblici e mi
tranquillizzo subito perché la polizia non ci dice nulla, addirittura ad un semaforo veniamo superati da una camionetta della polizia che inchioda di fianco a noi
e i poliziotti cominciano a fermare il traffico facendoci segno di passare.. Siamo però molto preoccupati per l'hotel. Ci rendiamo conto che sarà molto difficile
trovarne uno economico, sia per la difficoltà di sbrogliarsi nel traffico, sia per quella di leggere le scritte.
Giriamo in tondo per un ora,
vediamo un tassista che è identico a come ci si immagina Noè, con i capelli lunghi bianchi e la barba lunga anche questa candida.
Continuiamo a girare, vediamo un'insegna scritta in latino, hotel, ma sarà carissimo, saranno 50 piani, giriamo, giriamo e non riusciamo comunque ad arrivarci, non
lo troviamo più, ci troviamo di nuovo al punto di partenza, io esclamo
Noè
perché vedo di nuovo il tassista e Michal mi fa... "perché no?", "ma non ho detto no! e.. ho detto noè c'è di nuovo il tassista di prima"
Gli chiediamo di indicarci un
albergo, lui salta in macchina e ci porta. 4 stelle, 86 dollari, con colazione e parcheggio interno.
Scendiamo nella hall, nell'ascensore c'è un disco che ci augura buona giornata, è passata mezzanotte, il ristorante è chiuso, non so per quale motivo chiedo
alla reception se c'è un ristorante e quello, alzandosi e facendo un cenno a un tipo .... ce lo fa aprire!!!
Un ristorante splendido, Michel è furioso, scorre il menu, shashlik a 16 euro..
In effetti è pazzesco, chiamo il tipo e gli dico che non ci piace mangiare da soli.. vorremmo vedere un pò di gente. Ce ne andiamo, quando siamo già nella
strada il tipo ci chiama e ci dice di nascondere i marsupi perché per la strada ci sono i ladri, gli scippatori.. Si vendica?
Andiamo a cena in un fast food lì vicino, un pò deludente, anche se il padrone è simpaticissimo
Le ragazze qui a Teheran portano comunque tutte il velo anche se sono ben diverse da quelle di Gochan. Il loro velo è un foulard colorato annodato sotto il mento,
un pò come da noi negli anni 50, hanno parte dei capelli fuori, e l'impressione non è tetra.
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sabato 9 settembre, Teheran una macchina, la nostra, solo più Michal ed io
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Non ci svegliamo presto, una notte da sogno, ci godiamo la stanza. Poi andiamo a fare colazione, sembra di essere in un ospedale, non per la pulizia o altro, ma
perché ad ogni tavolo c'è qualcuno con il naso incerottato. Si vede che qui vicino c'è una clinica di chirurgia estetica. Un'altra cosa strana è che la coppia
seduta vicino a noi, lei con il velo ed entrambi chiaramente arabi, si rivolge al cameriere in inglese.. Siamo molto curiosi, non abbiamo abbastanza informazioni
sulla lingua, sulle lingue... Non vedo l'ora di andare in una libreria e ... invece, al solito, la brutta notizia: oggi è festa nazionale in Iran e quindi è
tutto chiuso
Chiediamo al tipo se lì in hotel vendono, regalano delle guide, se hanno una cartina.. nulla. Ci dà un biglietto da visita con la piantina per raggiungere
l'hotel, ma si tratta di 4 incroci e tutto scritto in arabo..
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Ci fermiamo in un grande supermercato, i negozi sono però quasi tutti chiusi, è pieno di gente perché all'ultimo piano c'è un grande luna park per i bambini. In
un negozietto vendono foulard, mi compro l'ijab nero, è meglio del foulard, non stringe il collo.
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Decidiamo di ripartire, se no ci scappa un'altra notte a 86 dollari. E poi Teheran è immensa, ora che troviamo la strada...
Voglio metterlo per iscritto: Teheran è una città immensa e meravigliosa
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pista ciclabile...
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sulla tangenziale i cartelli sono anche in inglese, troviamo la direzione
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E finalmente.. dopo quasi 30mila kilometri Michal si siede alla guida. Io sono molto preoccupata perché la sua patente fresca
di 41 giorni non è valida in Iran, lui dice che intanto nessuno è interessato alla sua patente e che quella bellissima
autostrada, con tante corsie e con relativamente poco traffico è perfetta per fare pratica.. Vabbè, forse ha ragione, ma non mi
tranquillizza per niente
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Riprendo a guidare io.. ma oramai Michal è tutto gasato e progetta già percorsi di montagna con discese mozzafiato.. solo
l'idea mi rende nervosa e metto la musica a tutto volume
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È quasi sera, non sappiamo dove fermarci a mangiare. Incrociamo diverse cittadine, ma non c'è nulla di allettante, finché vediamo in alto, su una collina, la ruota panoramica
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Saliamo sulla collina, sembra che ci sia una festa... da lontano era meglio, ci sono due o tre chioschi, poca gente, nulla di buono alla vista. Ripartiamo
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In un tornante c'è uno spiazzo e un mucchio di gente che balla, festeggiano gli sposi
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Riprendiamo la strada principale e ci fermiamo in un autogrill, mangiamo seduti sui letti-tavolo shashlik di manzo e beviamo coca-cola. Molto deprimente
Troviamo un grande piazzale e decidiamo di dormire lì in macchina. Michal attraversa la strada per andare a comprare da bere. Mentre lo aspetto mi accorgo che c'è comunque un
grande via vai e quindi decido di dormire col foulard.
Mi sveglio di soprassalto, un caldo infernale.. Sposto le valige dal mio sedile e parto senza svegliare Michal. C'è poco traffico, la strada è scorrevole, ma non
ho dormito abbastanza e dopo due ore mi viene sonno. Cerco un altro piazzale e torno a dormire
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domenica 10 settembre, Iran, sulla strada per la turchia una macchina, la nostra, solo più Michal ed io
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Ci siamo, il monte Ararat!
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Stiamo per arrivare alla frontiera, ma dobbiamo fare gasolio. Ci fermiamo. Facciamo un po' di spesa, poi cerchiamo il distributore.. non hanno gasolio, il tipo ci dice che dobbiamo tornare 25 kilometri..
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